Politiche familiari

 

COMUNICATO STAMPA

 “Il Patto per la natalità“

 “Sono 40 anni che poniamo la questione alla politica………” così ha esordito il Prof. Blangiardo aprendo la Conferenza stampa del Forum delle Associazioni Familiari che si è tenuta a Roma giovedì scorso, 18 gennaio per presentare il “Patto per la natalità” in vista delle prossime elezioni politiche di marzo.

Finalmente uno stuolo di politici di diversa estrazione, presenti alla Conferenza, sembrano aver riconosciuto questa emergenza e   si sono espressi a favore dell’inserimento nei loro Programmi di norme in tal senso, e questo nonostante l’affermazione del Ministro Padoan alla recente Conferenza sulla Famiglia : “…il sentiero è stretto, non ci sono soldi”…..

Finalmente si riconosce l’urgenza di mettere fine a tagli sporadici e d’immagine su pannolini o sui costi dei nidi ma si ribadisce che è l’ora di intervenire con provvedimenti seri e duraturi che ridiano alle famiglie la voglia di investire sui figli che sono il futuro buono del nostro Paese.

Siamo dunque contenti che tanti politici si siano dichiarati pubblicamente riconoscendo a parole il valore di questa proposta.

ORA ASPETTIAMO I FATTI !

 SINDACATO DELLE FAMIGLIE

Milano, 19 gennaio 2018

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III^ Conferenza Nazionale sulla Famiglia

Come preannunciatovi nella scorsa edizione, giovedì 6 luglio ho partecipato con tutti gli altri 50 Presidenti delle Associazioni del Forum, all’incontro chiestoci dal Ministro con Delega alla Famiglia, Enrico Costa.

Gli abbiamo espresso la richiesta che questo importante evento che si terrà a fine settembre p.v. a Roma, sia non solo un ennesimo momento di confronto ma di reale costruzione di politiche familiari a cui faccia seguito finalmente l’attuazione concreta tanto attesa dalle famiglie italiane. Le tesi ci sono, le proposte ci sono, e gliele abbiamo rinnovate al tavolo in questione, occorre finalmente che la volontà politica metta in campo le risorse necessarie per la loro attuazione.

Le famiglie non chiedono assistenzialismo, chiedono promozione sociale per essere messe in grado di svolgere i loro compiti di educazione, di lavoro, di cura e così via, ma è principalmente con la riforma del fisco – così come il Forum con le sue Associazioni la chiedono da 20 anni – che il “volano della famiglia” riprenderà a girare a beneficio di tutti.

Nonostante tante promesse mancate siamo ancora disposti a credere che questo finalmente possa avvenire per questo daremo anche questa volta il nostro contributo ai lavori.

Luglio 2017

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LE POLITICHE FAMILIARI: lo stato dell’arte

Dopo un decennio di interesse e crescita, anche se piccola, le politiche familiari in Italia sembra abbiano subito una brusca frenata. Non se ne parla più. Le campagne elettorali non pongono più in rilievo il tema famiglia. Nei dibattiti e nei talk show la parola famiglia è scomparsa. Solo marginalmente si parla di denatalità, senza avviare appropriate discussioni su come superarla. Si denuncia il problema, ma si preferisce non parlarne più dopo pochi secondi. Evidentemente il tema famiglia non piace più a giornali e TV, né tanto meno alla classe politica. Di tutti gli schieramenti. Nessuno escluso.

Ci sono, è vero, delle eccezioni. Ci sono dei sindaci illuminati, che avviano iniziative sul territorio per sostenere la famiglia; ci sono delle regioni, poche a dire il vero, che si danno molto da fare per dare spazio ed opportunità alla famiglia. A livello nazionale, poco o niente.

Dopo questa analisi sintetica e negativa della situazione attuale, guardiamo alle cose positive che ci sono, nonostante tutto.

Comuni amici della famiglia. Ci sono dei fermenti, dal basso, estremamente positivi che vedono molti sindaci interessati a creare delle vere e proprie reti di “Comuni amici della famiglia”. Evidentemente i sindaci sono vicini alla gente e si rendono conto che dove c’è famiglia ci sono meno problemi sociali, si vive meglio ed il Comune “sgancia meno” in termini di assistenza. La famiglia, in altre parole, è risorsa, risorsa da coinvolgere e su cui investire, per il bene di tutti. Sull’esempio di Castelnuovo del Garda altri comuni hanno steso, o stanno stendendo, tra loro dei protocolli di intesa allo scopo di applicare il Fattore Famiglia Comunale ed altre politiche di sostegno alla risorsa famiglia.

Alcune regioni, tra cui emerge in primo piano la Provincia Autonoma di Trento (in questo caso equiparata a regione autonoma), puntano molto sulla famiglia ed hanno avviato molteplici iniziative “family friendly”. Non ultima la Regione Lombardia che ha approvato il Fattore Famiglia come mezzo di maggior equità nelle tariffe, nelle imposte locali e nei ticket sanitari. Per ora solo una legge regionale “di indirizzo”, speriamo che si sviluppi e voli. Alto!

Roberto Bolzonaro (Forum delle Associazioni Familiari)

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AUDIZIONE IN SENATO – FEBBRAIO 2015

Lo scorso febbraio la nostra presidente è stata invitata alla Commissione Giustizia del Senato, per esporre le nostre considerazioni sul DDL Cirinnà relativamente alle coppie di fatto.

Testo della relazione del Sidef all’audizione in Senato

proposta di Ordine del Giorno pro famiglia. da diffondere a tutti gli amministratori locali

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-un-ordine-del-giorno-per-la-famiglia-e-la-liberta-7828.htm

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LEGGE DI STABILITA’

Detrazioni e non deduzioni: un’altra batosta per le famiglie

Davide Rosati
ilsussidiario.net di martedì 20 novembre 2012

Il Sindacato delle Famiglie onlus accoglie con favore le modifiche che la commissione Bilancio ha dichiarato di voler apportare alla Legge di stabilità, riportando una maggiore attenzione alle famiglie, ai problemi connessi alla disabilità e alla non autosufficienza. Ben vengano quindi gli incrementi delle detrazioni per le famiglie con figli, segno di un’attenzione alla vere malattie del nostro Paese: denatalità e iniquità fiscale per le famiglie con importanti carichi familiari. Ancora di più esprimiamo l’apprezzamento per l’eliminazione dei tetti e delle franchigie sulle deduzioni, per il ripristino dell’aliquota Iva dall’11% al 10% sui beni di prima necessità e infine il ripristino dell’aliquota al 4%  dell’Iva per le cooperative sociali.
Nonostante questo non riteniamo adeguato alcun tono trionfalista, in quanto, ancora una volta, non si vede all’orizzonte nessuna politica strutturale per le famiglie, ma solo interventi correttivi senza un chiaro mainstream di fondo. Anzi, a dirla tutta si tratta solo di un tentativo “cerchiobottista” per non scontentare nessuno nell’ambito delle politiche fiscali per le famiglie, segnando quindi un pareggio tra il partito delle detrazioni e quello delle deduzioni.
Anche a costo di apparire eccessivamente “choosy”, vogliamo ribadire che da sempre, come Sindacato delle Famiglie, abbiamo scelto/indicato la strada delle deduzioni come la via maestra per ripristinare quella equità fiscale ancora oggi così disattesa nel nostro Paese. Del resto, anche la proposta del Forum delle Famiglie, denominata Fattore Famiglia, è un sistema molto vicino al concetto di deduzione.
A prima vista questa distinzione può apparire un tecnicismo, eppure dietro questi due termini ci sono due modi molto diversi di concepire lo Stato e il suo intervento e quindi vorrei provare a soffermarmi ulteriormente su queste differenze. La detrazione fiscale è un’agevolazione che opera sull’imposta anziché sul reddito imponibile.
La deduzione fiscale è un’agevolazione che opera sul reddito imponibile anziché sull’imposta. Sinteticamente la detrazione è uno sconto sulle imposte, mentre la deduzione è uno sconto sul reddito a cui si applicano le imposte.
Le detrazioni sono ottimi strumenti per politiche che favoriscono investimenti e acquisti, come ad esempio le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie o per l’efficientamento energetico. Con questi strumenti lo Stato ci dice: “Se fate investimenti o acquisti di questo tipo, per un certo periodo avrete diritto a una riduzione annuale delle tasse da pagare”. Nell’ambito delle politiche familiari, è usato come strumento di recupero dei costi sostenuti dalle famiglie per la cura e il mantenimento dei propri figli. In questo caso lo Stato ci dice: “Visto che hai un certo numero di figli, allora meriti una riduzione delle tasse per i costi che hai sostenuto”. Nelle deduzioni il principio di fondo è diverso. È come se lo Stato ci dicesse: “Riconosco che parte del tuo reddito è destinato alla cura, al mantenimento e all’educazione dei tuoi figli (o persone a carico), non è quindi da considerare reddito disponibile, cioè tassabile.”
La differenza tra le due filosofie è molto profonda: nel primo caso si interviene a compensazione di un aggravio di spesa, con un intervento di tipo riparatorio/assistenzialista. Nel secondo caso, invece, si interviene alla radice,
evitando di considerare reddito disponibile ciò che la famiglia investe in educazione, cura e mantenimento dei propri cari.
Oggi per lo Stato non fa alcuna differenza se noi spendiamo 5000 euro per i nostri figli o per andare in vacanza oppure per comprare un gioiello, tranne che intervenire poi con alcuni sconti per cercare di compensare questa iniquità. Invece, sarebbe necessario riformare il sistema fiscale distinguendo alla fonte la capacità contributiva
delle famiglie. Andrebbe distinta la parte di reddito disponibile da quella destinata all’incremento di capitale umano e sociale a cui ogni famiglia con figli si dedica ogni giorno, riconoscendo che quella parte di reddito non deve essere assoggettata a imposizione fiscale, in quanto è un investimento di cui beneficia di tutta la società.
In un certo senso, le deduzioni sono un’applicazione del principio di sussidiarietà in ambito fiscale, perché riconoscono a monte il ruolo della famiglia e distinguono alla fonte ciò che non è giusto tassare, operando così un’equità non solo verticale, ma anche orizzontale. Il partito delle detrazioni, appellandosi al principio di equità verticale, si contrappone alle deduzioni in quanto esse agevolerebbero maggiormente i redditi alti. In realtà, le cose stanno diversamente.
Primo. Il principio di fondo da cui deve partire qualunque sistema fiscale è la capacità contributiva. Il passaggio successivo è definire se ciò che una famiglia spende per la cura, il mantenimento e l’educazione dei propri figli sia capacità contributiva oppure no. Noi crediamo fermamente che sia sbagliato considerare queste somme come capacità contributiva, sia per una famiglia con reddito alto che per una famiglia con reddito basso. Definito LEGGE DI STABILITA’/ Detrazioni e non deduzioni: un’altra batosta per le famiglie Pagina 1 di 2
questo aspetto, sulla restante parte del reddito si applicherà la percentuale di prelievo stabilita per legge.
È quindi sbagliato parlare di vantaggio per i redditi alti. Sarebbe come se a un’azienda chiedessimo di pagare le tasse sulla base del fatturato e non sugli utili! L’iniquità è tutta qui: non è giusto far pagare le tasse su dei costi che la famiglia sostiene per tutta la società, indipendentemente che sia ricca o povera. Il principio sacrosanto della progressività di imposta resta immutato, ma deve essere applicato sulla capacità contributiva reale, cioè al netto dei carichi familiari.
Secondo. È dimostrabile che tra i due è il sistema delle detrazioni il più oneroso per i redditi bassi. Viene quindi il dubbio che la scelta del sistema delle detrazioni risponda più a una necessità di cassa che non a un’esigenza di equità verticale.
Per tutte queste ragioni, non esultiamo davanti a un’ulteriore e rinnovata scelta di proseguire sulla strada delle detrazioni, seppur compensata da alcune deduzioni. Non esultiamo neppure davanti ai ritocchi della Legge di stabilità effettuati a macchia di leopardo e senza alcun progetto riformista chiaro e orientato verso un’ottica di equità familiare.
Certo, non siamo ciechi, ci rendiamo perfettamente conto della situazione in cui vive il nostro Paese, anzi viviamo sulla nostra pelle la difficilissima situazione del nostro Paese, ma siamo anche certi che la strada da noi indicata non sia un costo, ma un investimento: ammesso che questa distinzione sia ancora chiara a chi ci governa.

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A 40 anni dalla legge sul divorzio

In questo anniversario la nostra posizione e quella del Forum delle Associazioni Familiari sono chiare. Non è un giorno per festeggiare, ma per riflettere:  le famiglie vanno aiutate prima che si separino.

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CRISI/ Saranno Tremonti o i comuni il miglior alleato della famiglia?

Luca Pesenti

mercoledì 1 settembre 2010

L’Italia non è un paese per famiglie. Nonostante l’inesorabile rilevanza pubblica del principale ambito sociale di educazione e cura della persona, chi decide di metter su famiglia lo fa a suo rischio e pericolo, perchè la spesa sociale finisce quasi integralmente a invalidi e pensionati. Qualche giorno fa ce lo ha ricordato un documento del ministero dell’Economia: lo Stato spende solo l’1,2% per le politiche famigliari, meno della metà di quel che si spende in Francia o in Germania, un terzo in meno rispetto alla Danimarca….

leggi l’articolo di Luca Pesenti  su ilsussidiario.net