Genitori che generano santi

Come leggiamo nel Vangelo, “Dio può far sorgere figli di Abramo” anche dalle pietre (Mt 3,9), ma la santità è favorita quando si sviluppa in seno ad una famiglia che vive la fede con sincerità e naturalezza. Questo è accaduto a Santa Teresa di Lisieux. «Se [Teresa] ha potuto ascendere così rapidamente alle vette della santità e di una spiritualità umanissima e concreta nella sua straordinaria altezza, questo lo deve soprattutto a chi per lei ha costruito una scala solida e con gradini adatti alla sua statura.» (G. Ricciardi)

Questi “santi genitori” sono Zelia e Luigi Martin, che la Chiesa ha dichiarato beati il 19 ottobre 2008, riconoscendo che per loro fu proprio il matrimonio la via ordinaria per raggiungere la santità. Questo matrimonio inizia con un “preludio verginale” durato dieci mesi, scelta che a noi appare strana e innaturale, ma che è dovuta all’attenzione premurosa di Luigi verso la moglie, non preparata alla sessualità a causa del rapporto difficile con la madre.

Grazie all’accompagnamento premuroso del confessore, sono gradualmente indirizzati verso il dono di sé e si aprono alla procreazione. Ebbero nove figli, cinque dei quali arrivarono alla vita adulta.

La vita matrimoniale è tutta vissuta da Luigi e Zelia nella prospettiva del disegno di Dio e sotta la guida della Chiesa. Parlando dei quattro bambini morti in tenera età (normale in quell’epoca), Zelia scrisse in una lettera: «Molti mi dicevano: “Sarebbe stato meglio non averli mai avuti”. Non potevo tollerare questo linguaggio. Non trovavo che i miei dolori ed affanni potessero essere commisurati con la felicità eterna dei miei bambini» . È una professione di fede che lascia senza parole; una fede che non le risparmia il dolore e la tristezza, ma che la rende capace di affrontare la sofferenza per la speranza certa del destino buono dei figli.

La loro vita cristiana si alimenta di sacramenti, preghiera e carità e si esprime nella vita familiare come «comunione di vita tra i coniugi, apertura ai figli, contributo all’edificazione della società e partecipazione attiva alla vita della fede» (G. Ricciardi). Questa pratica di vita diventa in modo naturale esempio per i figli, che imparano, semplicemente, guardando operare i genitori.

Zelia muore prematuramente all’età di 45 anni. Tocca a Luigi prendersi cura delle figlie e lo fa con grande tenerezza.

La migliore sintesi della vita di Zelia e Luigi Martin è espressa dalla figlia Teresa: «[Gesù] ha voluto creare i grandi santi che possono essere paragonati al giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline o delle violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa verso terra: la perfezione consiste nel fare la Sua volontà, nell’essere ciò che Egli vuole che noi siamo…».

Paolo Rivera – Sidef Milano